Bird Box: delle presenze spingono al suicidio le masse. si può sopravvivere? RECENSIONE

Bird Box: un esclusiva Netflix.

“Un’inquietante presenza invisibile ha spinto quasi tutti al suicidio. Cinque anni dopo una sopravvissuta e i due figli cercano disperatamente di raggiungere la salvezza.”

Così si presenta Bird Box su Netflix.

La trama.

La storia è incentrata attorno alla protagonista Malorie, una pittrice in attesa di un bambino. Appena inizia il film la vedremo andare a fare un ecografica con la sorella, e poco prima, sentono al telegiornale di una strana “epidemia” che sta spingendo le persone al suicidio. Dopo poco , vedono con orrore che i sintomi di quest’epidemia sono presenti anche nella loro città. I sintomi vengono dati da queste strane presenze non visibili,  una volta guardate negli occhi, spingeranno chi le ha viste al suicidio. Dopo poco nel film infatti ci ritroveremo a vedere suicidi ovunque e nei modi più svariati.

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 La storia si divide in due racconti paralleli, due linee temporali ,che vedremo a scaglioni tra il passato ed il presente di Malorie. Nel passato assisteremo agli effetti del “epidemia”, il giorno in cui si è scatenato tutto. Invece nel presente la vita di Malorie dopo 5 anni dall’arrivo di queste presenze.

Parere personale.

Il film, diretto da Susanne Bier, non sfrutta appieno il suo possibile potenziale: Qualcosa è arrivato, qualcosa che se viene visto spinge le persone a suicidarsi. Le città sono nel caos, la gente muore a grappoli trascinando altri con sé e solo pochi fortunati non hanno visto niente prima di capire che non devono più guardare nulla, se non al chiuso. Vivere bendati, fare tutto senza guardare, aspettare e capire se si ci sarà una vita normale un giorno. Fine.

Come abbiamo detto il film si basa su due linee temporali usate per rendere più interessante una trama in realtà abbastanza scarna. Questo espediente è anche usato per tenere nascosta l’origine e l’identità delle presenze che fanno impazzire la gente; e questo permette delle ottime scene di Suspense. I personaggi sono anche stati caratterizzati come qualsiasi personaggio da film catastrofico: gli edonisti, gli spaventati, i violenti, i timidi, l’anziana, il giovane, la donna incinta e ci manca solo il religioso e la cerchia è completa.

Un altra cosa un pò strana nel film, e non spiegata molto bene, e come queste persone riescano a fare tutto quello che vedrete nel film da bendati. Insomma sparare ad una persona da bendati non è così semplice, nemmeno usando tutto il fattore udito. Come fanno a vivere costantemente bendati escluso quando sono a casa o in altri luoghi chiusi?  Questo leva il terreno da sotto i piedi ai personaggi, che percepiamo meno audaci e coraggiosi di quel che fanno perché non capiamo la complessità, le tecniche e l’inventiva che quel che fanno richiede. Tra l’altro perché le presenze non potrebbero essere entrate in qualche casa? Si limitano a gironzolare per le strade ed i boschi cercando di farsi guardare dai passanti bendati.

Nonostante tutto Susanne Bier è riuscita a rendere questo film scorrevole da vedere e molto piacevole. Magari in mano ad un altra regia il film sarebbe andato molto peggio: l’insistita voglia di creare mistero senza avere davvero in mano delle carte che diano soddisfazione una volta svelato, sarebbero state decisamente meno sostenibili con qualcun altro in cabina di regia.

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