Recensione Kingdom Hearts 3

Un’attesa logorante.

 

Kingdom Hearts 3 già dai primi trailer mostrati ormai tanti anni fa aveva fatto sperare in grande i fan della saga che si aspettavano molto dal titolo Square. I vari rinvii hanno però creato delle nuvole oscure intorno al gioco facendo sorgere qualche dubbio sulla sua qualità finale. Anche i fan hanno cominciato a preoccuparsi e dopo un Final Fantasy XV che ha lasciato un po’ l’amaro in bocca al momento del rilascio si aveva paura di un’altra occasione sprecata, questa volta con l’aggravante della inesorabile attesa che i sostenitori della saga hanno dovuto sopportare. Saranno riusciti Sora e i suoi amici a dar vita all’avventura che molti giocatori stavano aspettando da così tanto tempo?

L’aspetto Tecnico

Non potrei aprire questo articolo se non parlando del comparto tecnico, elemento che negli anni ha portato al rinvio del videogioco diverse volte. Ebbene Kingdom Hearts III grazie all’utilizzo dell’Unreal Engine 4 si difende alla grande riuscendo a dar vita a vastissimi mondi Disney e Pixar. Al contempo in certi casi si manifestano delle incertezze per quanto riguarda l’animazione di alcuni personaggi e gli elementi in lontananza fanno un pochino storcere il naso. In generale con questo motore grafico la Square ha dato un’ impronta realistica ai mondi e ai suoi abitanti con colori meno brillanti, più sfumature e giochi d’ ombra. Se da un lato in un mondo come i pirati dei Caraibi e altri della Pixar la resa è eccellente,lo stesso non mi sembra per i mondi fiabeschi come quello di Rapunzel che a mio modo di vedere perdono un po’ la loro aura magica.

L’esplorazione dei mondi viene in parte agevolata dai teletrasporti che è possibile effettuare tra un punto di salvataggio e l’altro.

Il gioco purtroppo risente di un numero eccessivo di caricamenti e la loro durata si aggira attorno ai 20 secondi; andando avanti nel gioco se ne sentirà il peso soprattutto quando dovremo esplorare mondi e aree diverse in cerca di oggetti.

Altro punto fondamentale a cui molti giocatori erano interessati era il numero dei mondi presenti. Purtroppo non ci sono state grandi sorprese a riguardo in quanto i mondi presenti all’interno del gioco sono gli stessi visti nei vari trailer con il ritorno di altri piccoli mondi secondari o di intermezzo ormai classici della saga. Un peccato,sarebbe stato bello averne a disposizione qualcuno in più,anche se comunque ciascun mondo è splendido, vasto e contraddistinto dai suoi mini giochi e dai personaggi iconici. L’esplorazione si svolge anche in verticale grazie alla possibilità di correre su alcune pareti e viene ripreso anche lo scatto dal muro di Dream Drop Distance anche se meno importante e efficace qui.

Prima di gettarci nel gameplay vero e proprio non posso non menzionare la colonna sonora, come al solito impeccabile e di elevata fattura che ci accompagnerà dal menù iniziale fino alla fine dell’avventura, riproponendo anche alcuni dei brani che hanno fatto la storia della serie e che faranno certamente piacere ai fan.

Combat System

Kingdom Hearts III nel suo combat system racchiude tutto quello che avevano i suoi predecessori ampliandolo con delle nuove meccaniche: le barre dei Punti Salute e Punti Magia risultano invariate e la barra Focus (caratteristica di Birth by Sleep) che ci consente di utilizzare i comandi “tiro” in grado di agganciare svariati nemici e sparare contro di loro una serie di proiettili prende il posto della barra turbo dedicata alle fusioni.

Le fusioni stesse di Sora sono state modificate: mentre prima era necessario appunto riempire la barra turbo per poterci unire ai nostri fedeli compagni Pippo e Paperino rimuovendoli dal gioco nel frattempo, adesso le fusioni avvengono direttamente con il keyblade che Sora sta impugnando e per poter effettuare questa nuova fusione è necessario semplicemente colpire i nemici fino ad ottenere 3 frecce che compariranno sopra ai nostri comandi.

Una volta ottenute le frecce basterà premere l’apposito tasto di reazione affinché Sora possa mutare il suo aspetto, i suoi attacchi e magie in base al keyblade che impugna. Alcuni di questi keyblade possono anche avere una seconda forma fusione che può essere ottenuta allo stesso modo.

Da sottolineare la caratterizzazione di queste forme che andranno a mutare anche l’approccio al combattimento, fornendoci la possibilità di attaccare a distanza in alcuni casi.

La schermata dei comandi è invariata con una sezione dedicata all’attacco,una alle magie (che possiamo anche impostare con un menù rapido), una per gli oggetti consumabili e infine una per i legami che ci consentono di evocare potenti personaggi del mondo della Disney-Pixar in nostro aiuto.

Un altro aspetto importante del gameplay di Kingdom Hearts III è la possibilità di cambiare in combattimento 3 Keyblade che abbiamo equipaggiato, anche se non sarà possibile farlo nel mezzo di una combo.

Durante i nostri scontri con i vari nemici compariranno i comandi degli attacchi di squadra dedicati a Pippo, Paperino o all’eroe del mondo che visitiamo che possono aiutarci e sconfiggere un buon numero di nemici. Oltretutto, durante i combattimenti apparirà su alcuni avversari un cerchio verde per qualche secondo e in caso riuscissimo a colpire in tempo il nemico con il cerchio potremmo scatenare il comando delle attrazioni, che consistono in attacchi compiuti a bordo di giostre del luna park come la nave pirata, il carosello magico, il visore blaster ed altre. Alcune di esse si basano semplicemente sulla pressione di un tasto,mentre altre permettono al giocatore di muoversi,sparare e mirare.

Anche le magie e il loro utilizzo hanno ricevuto un piccolo aggiornamento che possiamo ritrovare nel capitolo “a fragmentary passage”, queste infatti potranno essere utilizzate anche in movimento senza lasciarci completamente inermi davanti ai nemici e anch’esse possiedono una forma potenziata con il comando di reazione che non consuma nemmeno i PM.

La gestione del party rispetto a Kingdom Hearts 2 risulta più semplice,infatti quando visitiamo i mondi Disney non siamo più costretti a sostituire uno tra Pippo o Paperino per far posto all’eroe del mondo, ma quest’ultimo si unisce direttamente al nostro gruppo aumentando il numero di componenti del party.

Da quello che avete potuto notare il comando reazione verrà usato svariate volte e ad esso sono legate azioni e attacchi differenti, ed è proprio da questo che deriva uno dei difetti di questo gioco ovvero la semplicità degli scontri. Il titolo infatti risulta molto semplice da portare a termine anche a livello di difficoltà esperto (aspettando la modalità critica) a causa appunto dei numerosi attacchi devastanti a nostra disposizione che non hanno nemmeno un costo di risorse in quanto solo le magie costano PM.

Il tutto quindi si racchiude in un utilizzo spropositato dei comandi reazione. Se a questo ci si aggiunge la possibilità di potenziare i nostri keyblade, la possibilità di portare 4 o anche 5 membri nel party e la presenza all’interno dei negozi moguri della moneta kupò in grado di farci tornare in vita una volta che i nostri PS sono scesi a 0 al modico costo di 400 munny capirete anche voi che la sfida di questo capitolo della saga si è abbassata drasticamente.

Nulla da segnalare per quanto riguarda i Punti Abilità,questi infatti come nei precedenti capitoli si potranno utilizzare per sbloccare nuove combo, abilità, potenziare le magie o fornire abilità passive (rimangono ancora le tanto adorate ultima chance e proteggi cura).

A difficoltà normale grazie anche ai numerosi oggetti che aumentano le caratteristiche difficilmente ci ritroveremo a corto dei PA.

Da segnalare due abilità disponibili fin da subito e che non hanno alcun costo, ovvero Zero ESP che ci impedirà di salire di livello per avere un livello di sfida più alto e Salva PM che ci permetterà di disattivare la ricarica PM a meno che non si utilizzi un incantesimo curativo.

Buon miglioramento invece per quanto riguarda l’intelligenza artificiale del nostro gruppo di amici con paperino finalmente più pronto e reattivo nel curarci in caso di bisogno.

La Gummiship

Per esplorare tutti i mondi di gioco ovviamente sarà necessario affrontare delle nuove sessioni a bordo della nostra fedele gummiship che mai come ora lascia tutta la libertà al giocatore. Adesso è possibile esplorare le galassie a nostra disposizione andando in cerca di tesori, combattendo contro le navi nemiche oppure per raccogliendo materiali utili a sviluppare la nostra navicella.

L’interfaccia a bordo della gummiship risulta motlo semplice,con a sinistra un radar che ci indica i nemici e punti d’interesse e a destra la barra HP della navetta,l’indicatore del boost che ci permette di raggiungere alte velocità e l’indicatore dell’abilità speciale che possiamo utilizzare una volta che è riempito.

Ad aiutarci nelle sparatorie ci vengono in soccorso delle miniship che ci affiancheranno in battaglia. Sia la nave principale che quelle di supporto hanno 6 caratteristiche (PS, Velocità, Attacco, Rollìo, Potenza e Manovrabilità) che dipendono dalle abilità assegnate alle navette e dai pezzi che la compongono. Ovviamente come nei precedenti capitoli è possibile creare le nostre navi personali andando a scegliere ogni blocco da installare; questi si dividono in gummi di base (servono a dare la struttura alla nostra nave e garantiscono PS) armagummi che ci forniscono potenza di attacco sotto forma di cannoni, laser o impatto per poi arrivare ai motogummi che determinano la caratteristiche legate al movimento. L’installazione dei vari componenti oltre ad aumentare determinati parametri possono abbassarne altre,portando il giocatore a scegliere bene quali e quanti blocchi utilizzare anche in base al loro costo.

Ai fornelli

Come in Final Fantasy XV anche Sora assieme al piccolo chef si ritroverà a preparare deliziosi piatti a Crepuscopoli con gli ingredienti che troverà nei vari mondi. La preparazione di queste leccornie non sarà però automatica ma dovremo completare uno dei 5 minigiochi dedicati che varierà a seconda della pietanza che prepareremo. Se sbaglieremo il tempismo falliremo la preparazione e gli ingredienti utilizzati andranno sprecati, al contrario se riusciremo a portare a termine il minigioco la preparazione andrà a buon fine e avremo a disposizione il piatto che Sora potrà consumare per avere un bonus alle statistiche.

Ogni piatto influenzerà diversamente i nostri parametri e sarà possibile accumulare ben 5 bonus alle statistiche mangiando un menù completo composto da un antipasto, una zuppa, del pesce, della carne e un dolce. Ovviamente i buff che i piatti ci forniranno avranno un tempo limite,quindi usateli nei momenti critici (anche se al livello di difficoltà normale non ne avrete mai bisogno).

Addio grillario,benvenuto gummifono

Elemento da menzionare è il gummifono,una specie di smartphone che racchiude tutti i progressi e informazioni della nostra avventura andando a sostituire il grillario dei precedenti capitoli. La possibilità di scattare le foto è un’aggiunta molto carina che viene resa ancora più soddisfacente dai personaggi che si metteranno in posa per ottenere una foto migliore e che sarà possibile rivedere nella sezione fotografie. Ma le foto non sono fini a sé stesse,saranno importanti anche per ottenere il finale segreto. Dentro il gummifono oltre alle sezioni standard come il glossario,i tesori,elaborazioni ecc. troviamo anche Il Regno Classico;una raccolta di minigiochi in pieno stile Game Boy che si potranno ottenere esplorando i mondi.

Accenni della Trama, Ritmi di gioco e Longevità

Dopo aver analizzato a grandi linee ciò che il gioco ci offre da fare è tempo di dedicare due parole alla trama e di rispondere alla domanda che viene fatta frequentemente da chi si avvicina alla saga per la prima volta: “posso giocare a Kingdom Hearts 3 anche se non ho giocato agli altri capitoli?”. Inutile girarci attorno,sebbene la Square Enix abbia cercato un pochino di andare incontro ai novizi con la sezione del glossario e personaggi all’interno del gummifono dove sono racchiusi i principali elementi che caratterizzano la saga di Kingdom Hearts; purtroppo non sono sufficienti a far capire e apprezzare al massimo il terzo capitolo. Molte scene, soprattutto nel finale non avranno lo stesso impatto emotivo se non avete giocato gli altri titoli della saga e vedrete apparire e scomparire personaggi dal nulla senza riuscire a collegare gli avvenimenti. Consiglio quindi quanto meno di recuperare le collection 1.5,2.5 e 2.8 se avete la possibilità e di riguardare qualche video riassuntivo per fissare i concetti e avere un’idea abbastanza chiara della trama che è molto complessa e articolata. Al contrario per chi è riuscito a seguire le vicende di Sora e compagni dall’inizio fino ad ora troverà scene molto emozionanti e toccanti.

Difetto che mi sento di muovere a questo Kingdom Hearts come a Dream Drop Distance è la gestione delle boss fight, concentrate eccessivamente alla fine del gioco una dopo l’altra. In questi modo ne viene meno l’epicità, infatti in linea generale per quanto il gioco tecnicamente sia bello non riesce secondo me a eguagliare le boss fight del secondo capitolo, che risultano molto più coinvolgenti,variegate e spettacolari.

La durata dell’avventura principale è più breve rispetto a quella dei suoi predecessori,causa imputabile soprattutto alla semplicità degli scontri e al livello di sfida generale del gioco più basso rispetto agli altri. Si può terminare la storia in circa 30 ore, ma la longevità del titolo aumenta grazie a tutti i minigiochi disponibili, i vari oggetti da collezionare ed elaborare e qualche boss nascosto opzionale da trovare che vi porteranno a proseguire la vostra avventura per almeno altre 30-40 ore portando quindi il tutto a circa 70 o 80 ore di gioco che è in linea con gli altri videogiochi dedicati a Sora e compagni. Un peccato però che i boss segreti siano pochi e la maggior parte di essi debbano essere affrontati con la gummiship, non resta che attendere i futuri DLC per vedere come cambierà la situazione.

In Conclusione

Kingdom Hearts 3 ha convinto,senza strafare.

Il salto tecnico è stato meraviglioso anche se non perfetto sotto tutti i punti di vista,i combattimenti sono un turbinio di luci ed effetti particellari incredibili e i mondi sono veramente vasti e belli da esplorare.

Resta però il fatto che tutta questa spettacolarità e opzioni date al giocatore vanno ad abbassare la difficoltà generale del titolo e le varie boss fight per quanto belle da vedere risultano meno d’impatto rispetto a Kingdom Hearts 2 nonostante la loro importanza.

Le attività di end game si basano principalmente sulla ricerca di materiali o oggetti ottenibili completando i minigiochi e purtroppo si sente la mancanza di qualche boss segreto aggiuntivo.

Complessivamente il videogioco è un bel prodotto ma che ha ancora qualche lacuna di troppo per poter ambire all’eccellenza che forse in tanti si aspettavano (aspettando i DLC).

 

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