Psycho-Pass: uno sguardo al futuro

Il prezzo della perfezione affidata alla tecnologia

Si tratta di un anime scritto da Gen Urobuchi, prodotto nel 2012 e recentemente acquistato da Netflix.

Ci catapulta in una nuova realtà,nel 2112, dove la società è cambiata radicalmente grazie al progresso tecnologico: la personalità, lo stato mentale e le proprie inclinazioni vengono continuamente monitorate in tutta la città in modo tale da tenere d’occhio l’intera popolazione. Questo sistema ha permesso all’umanità di progredire, in quanto i criminali vengono identificati ancor prima che commettano un reato grazie ad un criterio, chiamato Psycho-Pass. I potenziali criminali vengono immediatamente presi in custodia e viene concesso loro l’occasione di scegliere se mettere il proprio status a servizio del governo divenendo un esecutore, il braccio armato della Pubblica Sicurezza. Naturalmente proprio a causa della loro essenza, non possono vivere liberamente: sono costretti a vivere in un edificio a stretta sorveglianza e vengono comandati dagli ispettori, i quali riescono a mantenere il Psycho-Pass ad un livello socialmente accettabile proprio grazie alla figura dell’esecutore.

Vi è stata una miglioria anche nelle armi, gli agenti adoperano un’arma chiamata Dominator, una sorta di pistola senziente che si attiva solamente se l’utente è autorizzato all’uso e se il bersaglio ha un Psycho-Pass fuori dalla norma; di volta in volta vedremo che si adatterà alla tipologia di bersaglio, scegliendo un comune paralizzante per alcuni e colpi mortali per altri.

Chiaramente tuttavia anche in una società apparentemente perfetta e all’apice vi sono delle crepe: è stato imposto un sistema molto rigido anche nell’organizzazione, le persone non sempre possono scegliere la propria professione. Appena terminato il liceo, tutti i cittadini sono costretti a sottoporsi ad un test che deciderà in che aree potranno sviluppare la propria carriera…ciò ovviamente ha creato anche una piccola comunità che è stata scartata e che nel corso della storia deciderà di ribellarsi.

*Spoiler Alert*: non è la prima volta che m’imbatto in una storia che descrive un futuro dove l’uomo ha deciso di affidare la propria vita alle macchine, ciò che mi ha piacevolmente sorpresa è stato il finale. La protagonista, l’ispettrice Akane Tsunemori, durante le proprie indagini si troverà ad affrontare alcune anomalie. Per esempio, quando si imbatterà nel criminale Shōgo Makishima, sebbene questo ucciderà una delle sue migliori amiche proprio davanti a lei, non sarà in grado di intervenire perché il suo Dominator non rivelerà uno Psycho-Pass sufficiente per l’attivazione.

Alla fine delle indagini Akane scoprirà un’altra terribile verità: il sistema che gestisce da anni la società infatti, non è un computer come tutti pensano, ma il frutto dell’unione delle menti ritenute più geniali e sopra la media nel corso di lunghi anni, tutti criminali il cui Psycho-Pass risultava illeggibile dalle macchine.

Una gravosa realtà con cui convivere, ma non posso dar torto alla scelta della protagonista di non divulgare la propria scoperta: nel corso dell’anime infatti si assisterà ad un vero e proprio attacco terroristico nei confronti del sistema, durante il quale l’umanità dimostra ancora una volta di non essere in grado di autogestirsi.

In generale una bella storia sulla coscienza umana, consigliato a tutti gli appassionati del genere che come me negli anni hanno apprezzato titoli dall’aura simile come Ergo Proxy o lo stesso celebre Evangelion.

 

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