Cronache di un videogiocatore
Benvenuti a tutti e a tutte, sono Mario a.k.a Gamer/Aki (si legge come è scritto) Vengo dall’ 89, si come il Mega Drive, come Final Fight, come Do The Right Thing e sono, purtroppo per me, intrappolato tra i Pixel quadrati di Final Fantasy VII e la precisione maniacale con cui sono realizzate le cervella in Mortal Kombat 11.
Siamo ormai a trent’anni compiuti e posso dire, per mia fortuna, di aver visto questo stupendo mondo (no no mi riferisco al Gaming eh) crescere, evolvere, cambiare pelle tante volte e rinascere dalle sue ceneri in più di un’ occasione: ho visto quella che sembrava una magia portare Bruce Willis dentro un videogioco, ho visto una Playstation diventare così piccola da entrarmi in tasca, ho visto uno strumento materializzare in 3D dei mostri disegnati sulle carte (RIP Eye of Judgement) e poi ho visto “servizi d’informazione” dare a tutti noi dei satanisti, malati mentali e un sacco di altri appellativi che non sono qui per ricordare.
Ricordo come fosse ieri la sensazione che dava tenere in mano la tua Memory Card, credo si tratti del primo oggetto a cui io abbia dato tanta importanza, la consapevolezza che il tuo tempo era tutto racchiuso lì dentro e se la perdevi…se la perdevi, nuova Memory Card, di colore diverso perchè altrimenti ti ricordava quella vecchia e si ripartiva, si proprio così, si ripartiva perchè tu non lo sapevi chi era il più forte o quello che aveva scoperto tutti i segreti del Medievil di turno, chi era il più forte a Street Fighter, tu non lo sapevi ed era una magia così, giocavi nel tuo quartiere a casa di quello con i genitori più permissivi e chi di quel gruppetto vinceva era “il mio è amico fortissimo a Tekken non lo batterai mai” e nella classifica sulla tua Play eri sempre primo.
Un giorno è scoccata la scintilla e improvvisamente eravamo tutti connessi, tutti a tutto e nulla sarebbe stato più come prima; da un giorno all’altro le nostre possibilità erano diventate infinite, si poteva giocare con chiunque a qualunque distanza, la competizione aveva abbattuto la barriera del “quartiere” per espatriare nello sconfinato internet, dove quelle che fino a poco tempo prima erano le tue certezze perdevano di consistenza per divenire un sonoro e doloroso “YOU LOSE”.
Ma forse sto guardando il tutto da un punto di vista troppo negativo, il gaming approdando su internet è davvero peggiorato? Sicuramente le “generazioni ’00” non sapranno mai cosa vuol dire invitare gli amici a casa nel pomeriggio dopo la scuola per mettersi davanti alla play e provare tutti assieme a risolvere il nuovo enigma nella quale si era incappati sul Silent Hill di turno, ma noi forse non capiremo mai la comodità di digitare su Youtube “best mission for farming” e dimezzare se non decimare la fatica e il tempo investiti per raggiungere il livello massimo del nostro gioco preferito.
Concludo con qualcosa che mi sta particolarmente a cuore; mi ricordo la sensazione che ci ha sempre dato l’ essere Gamer e mi ricordo il dolore nel sentirsi fuori posto e non capito ma certo di star coltivando la propria passione, il proprio star bene, oggi sono davvero felice di poter affermare che non siamo più in pochi, non siamo più una minoranza e che chiunque voglia vivere la passione del videogioco lo possa fare senza alcun timore, senza rischiare di essere emarginato o deriso; soltanto il fatto di essere qui a scrivere del “fenomeno gaming” significa moltissimo e le testate dedicate si stanno moltiplicando di giorno in giorno (voi però leggete sempre prima da noi eh!).
Cari TG, cari “servizi d’ informazione” volevo solo dirvi “grazie” perchè che dei videogiochi parliate bene oppure male, ciò che conta è che ne parliate, rendendoci, di fatto una realtà che indipendentemente da voi è destinata ad espandersi. Da Gamer/Aki è tutto.
Buon Gaming (qualsiasi sia la vostra età)