Come finisce la terza stagione di Westworld

Come si comincia una rivoluzione?

Alla fine della seconda stagione i nodi al pettine erano decisamente numerosi: Dolores è riuscita ad uscire nel mondo esterno sotto le false spoglie di Charlotte Hale, ma ha deciso di portarsi qualcuno con sé. Bernart viene messo a nuovo e liberato dalla stessa Dolores che riconosce di aver bisogno di lui, ma non come suo alleato, bensì come controparte riconosciuta.

Diverso tempo dopo ciò, scopriamo come i nostri ex residenti si siano ambientati nel mondo degli umani: Dolores, fingendosi umana, vive una relazione con Liam Dempsey Jr nel tentativo di avvicinarsi quanto più possibile ai vertici della Incite, l’azienda che ha creato Rehoboam. Il mondo degli umani si rivela inquietantemente simile a quello del Parco, questa IA infatti predice il futuro delle persone, di conseguenza tutto viene già prestabilito e il libero arbitrio non ha alcun spazio in questa nuova società (ovviamente all’insaputa degli stessi cittadini).

Bernart nel frattempo si è dato alla macchia con un nuovo taglio di capelli, che se possibile, attira maggiormente l’attenzione: lavora in nero in un mattatoio, gestendo le proprie personalità con una specie di telecomando (?), finché non si ricorda che deve fermare Dolores e allora decide di recarsi nuovamente al Parco per recuperare Maeve, l’unica in grado di fermarla.

In seguito si scoprirà che Maeve è già stata presa, ma in compenso troverà comunque una sorta di alleato, Ashley, che è a sua volta un residente.

Son dolori per Dolores…

Per quanto la nostra intrepida Abernathy sia stata lungimirante e minuziosa, il suo piano rischia di andare in mille pezzi: una delle altre sé stessa che ha messo in circolo, ha deciso di ribellarsi contro di lei (coinvolgendo una quantità infinita di altri residenti che pensavamo di non rivedere mai più e lo stesso William), Caleb come leader non è esattamente portato e nei primi istanti sembra un bambolotto che si trascina da una parte all’altra senza una precisa idea di ciò che stia facendo, infine la stessa Maeve si rivela decisamente ostile e difficile da eliminare, per cui alla fine finisce tra le grinfie di Serac, il quale la tortura cancellandole i ricordi e facendola assorbire da Rehoboam.

Non posso dire che questa terza stagione mi sia completamente spiaciuta, di fatto alcuni elementi erano inevitabili così come un certo mutamento della trama, dal momento che finalmente ci troviamo nel mondo reale. Di fatto però scopriamo che anche questa realtà è una menzogna, un disegno architettato da una macchina potente al di là di ogni aspettativa, usata da un folle che voleva un mondo ordinato, a qualsiasi costo, persino la scomparsa del proprio fratello.

Eppure anche dentro una società apparentemente perfetta e priva di errori, vi sono delle eccezioni, come Caleb, che non riescono ad essere integrate a causa della propria anomali ed incompatibilità con il sistema designato, di conseguenza queste persone vengono congelate, condannate ad un lungo e freddo sonno simile a quello destinato ai residenti mal funzionanti o indesiderati.

Trovo che sia stato alquanto commovente che Dolores, un’unità d’attrazione di un parco a tema, abbia donato il libero arbitrio all’umanità, a Maeve e allo stesso Caleb: ancora non sappiamo precisamente cos’abbia in mente la Dolores/Charlotte rimasta, forse se avesse capito realmente se stessa, si sarebbe sacrificata a sua volta.

In conclusione gli unici elementi realmente disturbanti (per me) sono stati William e Bernart, che ancora una volta non hanno né capo né coda: il primo è finito in una struttura psichiatrica dove viene sottoposto a svariate terapie nel vano tentativo di far ordine nella sua psiche corrotta, per poi infine morire (forse? sarebbe anche ora) ucciso dal se stesso creato da Dolores/Charlotte. Bernart sin dall’inizio non combina nulla, va da una parte all’altra, nel momento in cui non trova Maeve, non ci pensa più e si mette semplicemente sulle tracce di Dolores, di cui poi seguirà le istruzioni che gli consentiranno di vedere un’ultima volta la moglie di Arnorld, ponendo così fine ai suoi conflitti inferiori.

Da qui si reca in un motel e, totalmente a caso, si connette al Sublime, il luogo dove si trovano tutti i residenti fuggiti dal Parco nella stagione precedente. Ciliegina sulla torta, lascia Ashley a dissanguarsi come l’ultimo degli infami nella vasca da bagno, mentre si fa il suo viaggio digitale, per poi risvegliarsi ricoperto di polvere negli ultimi istanti dell’episodio finale.

Francamente non so cosa aspettarmi dalla prossima stagione (che spero sia l’ultima, perché non so quali altri sviluppi possa offrire la trama, arrivati a questo punto), a voi è piaciuta? Avete tifato per Dolores?

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