Terrore negli abissi

Recentemente ho deciso di riprendere in mano alcuni generi che avevo sempre disprezzato, per vedere se con una nuova mentalità sarei riuscita a godermeli, potendo quindi ampliare i miei confini…..ovviamente ho fallito miseramente, ma vorrei spiegarvi le mie motivazioni!

Subnautica (prodotto dalla Unknown Worlds Entertainment) in realtà è in circolazione su diverse piattaforme già da alcuni anni, ma l’anno scorso è uscito dall’Early Access. Il protagonista che ci troveremo ad impersonare è l’unico superstite dell’astronave Aurora, la quale si è schiantata sul pianeta 4546B in seguito ad uno strano impulso energetico di cui si ignora l’origine. Ci ritroveremo a bordo della nostra scialuppa di salvataggio ed inizieremo ad intraprendere le varie operazioni per rimanere in vita, in base alla modalità di gioco scelta tra le quattro opzioni proposte: Sopravvivenza (si deve prestare attenzione alla salute, alla fame, alla sete ed ai livelli di ossigeno durante le immersioni ed ogni volta che si muore, si riparte dall’ultima base e si perdono gli ultimi oggetti trovati), Libera (come Sopravvivenza ma senza fame e sete), Hardcore (come Sopravvivenza ma hai una sola vita e non hai avvisi riguardo il livello di ossigeno durante le immersioni) e Creativa (una modalità così elementare che allora tanto varrebbe evitare di giocare, non puoi morire,le creature non ti attaccano, non devi nutrirti né bere o dover badare all’ossigeno e nemmeno cercare materiali perché tanto li trovi tutte nelle prossimità della tua base).
Ora….essendo profana del genere,non me la sono sentita di giocare in modalità Hardcore, sebbene forse sia l’opzione più realistica (sebbene non mi vada a genio la questione dell’ossigeno, visto che siamo dotati di tecnologia all’avanguardia..ma va bene), per cui ho scelto Sopravvivenza.

Cosa vi posso dire..è stupendo a livello di grafica, spettacolare per chi ama darsi all’esplorazione, non si può fare a meno di nuotare completamente a caso nelle prime ore di gioco, anche solo per osservare la varietà di animali e piante con cui è stato arricchito questo incredibile mondo acquatico…..ma allora perché ho definito fallimentare questo esperimento? Le ragioni sono due!

In primis l’ho trovato dispersivo: durante le varie esplorazioni il nostro computer di bordo ci segnalerà le varie scialuppe dei nostri compagni di equipaggio che andremo a controllare nella speranza di trovare qualche altro superstite, ma *SPOILER* non troveremo nessuno, se non risorse e datapad..che pensavo sarebbero stati utili almeno ai fini della trama, invece NIENTE!
Ci troviamo di fronte ad un’eccezione, in quanto vi devo confessare che non ho terminato il gioco: sono rimasta bloccata intorno al 40° giorno. Non capisco se devo persistere nell’esplorare la nave cercando qualche altro accesso (sebbene me la sia già girata in lungo e in largo) o spingermi negli abissi (nonostante i limiti della mia attuale attrezzatura) per trovare le risorse che mi servono per procedere con le costruzioni.

Ma più irritante ancora (nonché determinante) è stato il secondo motivo,il quale vi esprimo partendo da una semplice domanda: è mai possibile che non si riesca a fare un gioco survival (simil horror) con delle armi in dotazione? Perdonatemi ma io non lo trovo molto realistico, quale persona sana di mente che finisce su un pianeta pieno di creature marine aliene ostili non si costruisce un’arma?

E’ la ragione per cui non riesco veramente ad apprezzare questo genere di titoli, tempo addietro (parliamo veramente di secoli fa) provai a giocare a Outlast (per chi non conoscesse, un survival horror psicologico ambientato dentro ad un manicomio) dove l’unico oggetto di cui era in dotazione il protagonista era UNA MALEDETTA TELECAMERA A PILE, che si esaurivano pure e tu dovevi andarle a cercare..MA STIAMO SCHERZANDO?
IO come MINIMO per entrare in una struttura (in cui si é avventurato il nostro fratello giornalista, che voglio dire..ma non avevi nulla di meglio da fare?) piena di pazzi tra cui un ciccione di due metri ed un prete sospetto che si diverte a togliere la corrente, ESIGO UN CARRO ARMATO! Invece la tua unica possibilità di sopravvivere consiste nel scappare e nasconderti in uno dei millemila armadietti aperti, nella speranza che chi ti segue apra quello affianco e non il tuo, altrimenti sei spacciato.

Sulla stessa linea ho provato anche Call of Cthulhu, abbandonato alla velocità della luce: mi aspettavo una cosa straziante (visto che dietro alla produzione c’è la psiche turbata dello scrittore Lovecraft), ma io mi rifiuto categoricamente di andare nelle braccia del dio marino senza un equipaggiamento adeguato…cioè qui era il gioco stesso a suggerire di evitare i combattimenti e a scappare dai vari nemici (inoltre è ambientato in una località dove i proiettili vengono usati come moneta), impensabile per una giocatrice autistica come la sottoscritta che vuole leggere, aprire ed esplorare ogni singola cosa.

In sintesi, datemi pure della vigliacca, ma io continuo a bocciare il genere, non riesco proprio a capire come le persone possano divertirsi….passi un Resident Evil, in certi pezzi (con riferimento soprattutto ai capitoli storici) perdevi vent’anni di vita ma almeno avevi un modo per controbattere, in questi survival si è completamente alla mercé del nemico!

Ad ognuno il suo, poco tempo fa ho visto un video di una salagiochi giapponese dove dei ragazzi (sfruttando i nuovi visori di RV) provavano un gioco horror ambientato in un manicomio dove ci si poteva muovere su una sedie rotelle (no comment) …..

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