Età pensionabile 2023 e 2024: attenzione, cambia tutto

In questo articolo ci occuperemo di parlare della questione dell’età pensionabile e vi diciamo che sono previsti vari aumenti fino all’anno 2024. Questo lo rende noto l’Inps nella sua Circolare numero 28/2022 che è stata pubblicata poco tempo fa e con la quale l’ente previdenziale ha reso ufficiali i requisiti per andare in pensione, per tutte le varie gestioni assicurative o almeno quelle che riguardano il biennio 2023-2024.

Non si tratta affatto di una novità dato che il documento recepisce il DM 27.10.2021, un documento che aveva certificato già l’anno scorso un aumento nullo che riguarda i requisiti pensionistici anche a causa della pandemia che ha ridotto notevolmente le aspettative di vita degli ultra 65enni.

Possiamo dire che uomini e donne potranno, quindi, continuare ad andare in pensione fino al 31 dicembre del 2024 con l’attuale requisito anagrafico del compimento dei 67 anni. Per gli addetti ai lavori più gravosi e con almeno 30 anni di contributi, se hanno acquisito uno sconto strutturale di cinque mesi sull’età pensionabile vediamo che viene confermata l’età di 66 anni con 7 mesi.

Niente di nuovo, invece, per quel che riguarda la pensione anticipata che con il DL 4/2019 si è occupato di beneficiare dell’esenzione dall’applicazione degli adeguamenti alla speranza di vita sino al 2026: i requisiti contributivi sembra infatti che resteranno pari a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini (2.227 settimane) e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Età pensionabile 2023 e 2024: quali sono le novità?

Per i soggetti che sono privi di contribuzione al 1° gennaio del 1996 resta possibile andare in pensione fino alla fine dell’anno 2024 sempre se si hanno 64 anni unitamente a 20 anni di contribuzione. Per quanto riguarda la Quota 100 e Quota 102 vediamo che non sono coinvolte dato che la prima è già scaduta e la seconda scade il 31 dicembre 2023.

I soggetti dispensati dall’applicazione della Legge Fornero (quindi tutti i beneficiari di uno dei nove provvedimenti di salvaguardia) per i quali continuano a trovare applicazione le disposizioni in termini di requisiti per il diritto alla pensione di anzianità con il vecchio sistema, ecco che potranno continuare ad andarci se si trovano in possesso di un’anzianità contributiva di un arco di circa 35 anni e con un’età anagrafica minima che sia pari a 62 anni.

Fermo restando il raggiungimento di quota 98 se i lavoratori dipendenti hanno un’età anagrafica minima di 63 anni e fermo restando il raggiungimento di quota 99, se si tratta di lavoratori autonomi iscritti all’INPS. Per la totalizzazione nazionale sarà sufficiente avere un requisito anagrafico di 66 anni e di 20 di contributi oppure 41 anni di contributi a prescindere dalla propria età anagrafica.